Vibo Valentia Marina
In località Trainiti poco distante dalla vicina Portosalvo, in un’insenatura sorgevano già nel neolitico degli approdi per il commercio dell’ossidiana, con la colonizzazione greca nello stesso posto, verrà costruito il porto di Hipponion, fra il 294a.C. e il 289 a.C. esso sarà rafforzarto da Agatocle che aveva conquistato la polis. In epoca romana, il porto ulteriormente ingrandito è utilizzato come base navale durante le guerre puniche, macedoniche e le guerre civili. Nel VI -VII secolo era ancora attivo come testimoniano le lettere di San Gregorio Magno al vescovo di Vibona. Attualmente in località Trainiti sono visibili a pelo d’acqua i resti dell’antico porto, in particolare l’antemurale che si protende per circa 500m dalla costa. Nell’attuale abitato di Vibo Marina invece, era presente un attracco minore, con un insediamento. L’abitato del porto smette di essere frequentato nel VII secolo, la vita riprenderà nell’XI con i Normanni.
I primi insediamenti del nucleo urbano moderno risalgono ai primi anni dell’800, quando presso la Baia di Santa Venere ormeggiavano bastimenti ed imbarcazioni legate alle numerose attività della pesca del tonno (numerose le tonnare attive presenti lungo la costa vibonese denominata “Costa degli Dei”)e alla commercializzazione del legname delle vicine Serre. La successiva costruzione di un molo, subito dopo l’Unità d’Italia implementò lo stanziamento di diverse famiglie che andarono formando poi la prima comunità. L’arrivo della ferrovia (1889) e la costruzione di ulteriori infrastrutture portuali, accelerarono il processo di crescita urbana ed industriale che vide intorno agli anni 50-60 del secolo scorso il suo apice. La presenza di numerose industrie (Nuovo Pignone, Italcementi, Snam, Agip, Meridionale Petroli, ecc.), fece intravedere il miraggio di una industrializzazione che doveva portare e diffondere il benessere.
L’antico nome di Porto Santa Venere venne poi modificato a partire dal 1931 (primo documento in cui si riporta tale denominazione) in quello attuale di Vibo Marina (il capoluogo aveva mutato il nome da Monteleone Calabro in Vibo Valentia nel 1928). Il 17 novembre 1951 si consuma la tragedia del viadotto ferroviario di Timpa Janca lungo la linea ferroviaria Vibo Marina-Pizzo-Vibo Valentia-Mileto. Negli anni sessanta e settanta in particolare, si è assistito, purtroppo, alla costruzione di centinaia di edifici abusivi su proprietà demaniale, in particolar modo in località Pennello, dove la bellezza della natura è stata oltraggiata dalla costruzione sulla spiaggia di orrendi caseggiati in cemento. Il 3 luglio 2006 un’alluvione dovuta ad un eccezionale nubifragio provoca ingenti danni all’industria, al turismo ed a numerose abitazioni. La maggior parte dei danni si registrano nel quartiere del Pennello. Lo straripamento dei numerosi torrenti e del Sant’Anna in particolare, ostruiti dalla costruzione di edifici abusivi, hanno sommerso il paese e le località adiacenti di fanghiglia, detriti e acqua, superando in molti punti il metro di altezza. 3 morti è stato il prezzo pagato dalla comunità, la quale porta ancora i segni e le ferite subite.
Monumenti e luoghi d’interesse
- Santuario Diocesano dedicato a Maria SS. del Rosario di Pompei
- Torre Marzano in viale Sen. Delfino Parodi
- Fondali di Trainiti: molo romano
- Castello di Bivona
- La Tonnara, futura sede del Polo Museale Civiltà del Mare di Bivona
- Parco Marino Regionale “Costa degli Dei” Fondali di Capocozzo−S. Irene−Vibo Marina−Pizzo−Capo Vaticano−Tropea